
Quando un evento raggiunge la cosiddetta “doppia cifra” e taglia il traguardo del decennale si può a giusta ragione affermare che si è oramai affermato come un appuntamento atteso ed apprezzato dai tanti che nelle edizioni trascorse vi hanno partecipato.
A cura del M° Carlo Caprino
Il X° koshukai di Takemusu Aikido organizzato dal M° Giuseppe La Delfa e dal Shinjin Dojo di Rende presso il Centro Universitario Sportivo Rende è stato diretto anche quest’anno dal M° Francesco Corallini e si è svolto nel primo settimana di dicembre, vedendo sul tatami numerosi partecipanti provenienti da Calabria, Sicilia, Puglia e Campania ma anche dalla Lombardia, a ulteriore testimonianza della importanza oramai assunta da questo evento e dall’interesse suscitato dal tema del seminario, quest’anno dedicato a Kinonagare e Awase, due principi frequentemente citati ma non altrettanto spesso completamente compresi.
Sabato 30 novembre, la mattinata comincia quindi con una rapida ma esaustiva analisi di questi termini, necessaria per i principianti ma altrettanto utile anche ai più esperti, per meglio focalizzarsi sulle modalità di esecuzione delle tecniche.
Francesco Corallini Sensei ha riepilogato la catalogazione dei vari livelli di pratica, che partono dal Kotai, collegato al Go no keiko e basato principalmente sui kihon nel periodo che orientativamente va dal momento in cui si sale per la prima volta sul tatami sino al conseguimento dello shodan. In questo periodo si approccia la comprensione del kokyu, dei tai sabaki e del kuzushi attraverso la applicazione di atemi.
Il livello successivo è lo Jutai, che si studia solitamente sino al sandan, approfondendo il concetto di awase ed approcciando la pratica del kinonagare, sperimentando quindi l’importanza dei concetti di ma-ai (giusta distanza spazio-temporale) e di hyoshi, ovvero il ritmo del confronto col partner che ci permette di eseguire la giusta azione al giusto momento.
Il livello seguente è il Ryutai, a volte ulteriormente suddiviso in un altro livello chiamato Ekitai, in cui si approfondisce il kinonagare e si inizia la pratica del randori, per terminare poi al livello di Kitai, che è prerogativa del Fondatore.
La notevole ampiezza del tema da trattare e i differenti livelli di esperienza dei praticanti si sono armonizzati (è il caso di dirlo!) grazie ad una didattica attenta e progressiva, utilizzata da Francesco Corallini Sensei per consentire a tutti di sperimentare il concetto del kinonagare attraverso lo strumento di awase, evidenziando che nel kihon si analizza la genesi ed i principi di una tecnica, mentre nel kinonagare si persegue lo sviluppo psicofisico del praticante.
Come da tradizione, la pratica mattutina è dedicata alle bukiwaza, ed in questo caso sono stati i sette suburi dello Aiki-ken a dare inizio alla parte pratica, per poi passare allo studio dei ken awase, utilizzati come modello di analisi delle modalità di approccio e attitudine dei praticanti.
Dopo l’esecuzione del “classici” migi no awase e hidari no awase, si è passati ad altri esercizi che hanno permesso ai praticanti di sperimentare anche le diverse tempistiche riferite alle modalità go-no-sen, sen-no-sen e sensen-no-sen.
La mattinata del sabato è poi proseguita con i tachidori, preceduta da una nota storica in cui Francesco Corallini Sensei ha spiegato che originariamente la progressione tecnica dello aiki ken era ken suburi → ken awase → kumitachi → henka no tachi → tachidori. Poi, neglii anni ’80 i tachi dori sono stati anticipati nel programma di shodan per non ritardare troppo l’addestramento a queste tecniche, che richiedono un particolare awase tra i partner.
Dopo la pausa pranzo ci si è ritrovati sul tatami per un esame di shodan brillantemente superato dal candidato, seguito dalla sessione dedicata al taijutsu, cominciata con alcuni esercizi di scioglimento e armonizzazione da eseguire in coppia, il primo partendo da ikkyo ed il secondo per analizzare l’approccio al kokyunage da ryokatadori.
La sessione è proseguita approfondendo la esecuzione di iriminage, kotegaeshi e shihonage omote da due attacchi complementari come yokomenuchi e ushiro ryotedori, focalizzandosi sull’awase tra i praticanti e la esecuzione fluida del kinonagare prima nella esecuzione delle singole tecniche e poi con una concatenazione delle stesse.
Terminata la sessione del sabato è il momento della cena conviviale, in cui si rinsaldano vecchie e nuove amicizie, si ricordano aneddoti e si vive appieno quella sensazione di appartenere alla “famiglia dell’Aikido” tanto cara al Fondatore, a Saito Morihiro Sensei ed a Paolo Corallini Sensei.
Domenica mattina dedicata allo Aiki-jo, in analogia al sabato mattina si comincia con la pratica dei primi quattro jo-barai compresi nel programma di base delle buki waza per poi dare spazio ad altri esercizi mirati a consolidare quanto già analizzato nella giornata del sabato.
Ultima parte della sessione dedicata al ju-san no jo awase, approfondendo le differenze tra la esecuzione del kata in forma individuale e in coppia.
Arriva la fine anche della sessione domenicale ed arriva il momento dei saluti: il X° koshukai di Takemusu Aikido organizzato dal M° Giuseppe La Delfa e dal Shinjin Dojo di Rende presso il Centro Universitario Sportivo Rende termina con un successo; la accoglienza è stata impeccabile come sempre, la location comoda e spaziosa ed il M° Francesco Corallini è riuscito ancora una volta a coinvolgere tutti i partecipanti in un fine settimana di studio e amicizia, ingredienti fondamentali per garantire la perfetta riuscita di un evento di questa portata.