Nel marzo del 2017 veniva a mancare Stanley Pranin, stroncato da un male incurabile diagnosticato un paio di mesi prima. La comunità dell’Aikido mondiale perdeva con lui un ricercatore attento, che aveva contribuito in maniera eccezionale alla conoscenza dell’Arte fondata da O’Sensei, a partire dalle sue radici storiche.
Nessuno più di lui ha saputo coniugare il rigore storico alla passione del praticante, l’analisi tecnica e l’esame delle fonti, portando alla luce documenti e testimonianze a volte sconosciuti perfino agli allievi più fedeli del Fondatore, come accadde con il manuale “Budo” del 1938 (https://www.edizionimediterranee.net/arti-marziali/product/takemusu-aikido-vol-6-edizione-speciale-budo).
Attraverso il suo pionieristico ed innovativo lavoro attraverso “Aikido Journal”, Stanley Pranin realizzò un vero e proprio ponte tra Oriente ed Occidente, grazie ad un lavoro editoriale che si è concretizzato in libri, riviste e prodotti audiovisivi. Dobbiamo a lui la possibilità che abbiamo oggi di poter visionare – comodamente sul nostro smartphone – video e interviste che sono ancora oggi dei veri e propri gioielli e che non di rado conservano nella storia momenti unici che sarebbero andati altrimenti perduti.
Tra le altre cose, il contributo di Stanley Pranin fu fondamentale nel rapporto che venne ad instaurarsi tra Saito Morihiro Shihan e Paolo Corallini Shihan, non solo in occasione delle prime permanenze a Iwama nei primi anni ’80 ma durante tutti i lunghi anni della loro frequentazione, attraverso una collaborazione fraterna che ha consentito la diffusione del Takemusu Aikido in tutta Europa. Tra i tanti meriti, ricordiamo che il contributo e l’opera di Stanley Pranin Sensei e Paolo Corallini Sensei sono stati fondamentali nell’aiutare Saito Morihiro Shihan a stabilire il cosiddetto sistema di classificazione dei gradi della Iwama Ryu e produrre la serie di libri “Takemusu Aikido”.
Le opere di Stanley Pranin fanno parte – a buon diritto – del mondo dell’Aikido e ogni praticante deve a lui la possibilità di avere oggi la possibilità di praticare l’Arte di O’Sensei. Noi vogliamo oggi onorare la sua memoria e ringraziarlo per tutto quanto ha fatto proponendo la traduzione di una sua intervista a Paolo Corallini Shihan, in cui viene ripercorso il rapporto con Saito Morihiro Shihan ed emerge evidente la loro amicizia.
L’originale in lingua inglese di questa intervista è stata pubblicata a dicembre 2015 a cura di Josh Gold ed è disponibile alla URL http://aikidojournal.com/2015/12/18/paolo-corallini-following-in-morihiro-saito-senseis-footsteps-by-stanley-pranin
Desidero dedicare questo articolo a Paolo Corallini Sensei uno dei miei più cari amici di aikido, tra i più devoti allievi di Morihiro Saito, e uno dei principali tedofori che sostengono la tradizione dell’Aikido Iwama in Europa. La vita di Paolo, come la mia, ha portato l’impronta indelebile degli insegnamenti e dell’esempio di Saito Sensei. Vorrei condividere con voi alcuni dei miei ricordi personali e sottolineare l’importanza di Paolo per lo sviluppo dell’aikido in Italia e in altri paesi europei.
Permettetemi di iniziare fornendo alcune informazioni sul background di Paolo nelle arti marziali con un piccolo aiuto dalla sua voce di Wikipedia per rinfrescarmi la memoria.
All’età di 18 anni, Paolo Corallini entra a far parte di un dojo di jujutsu e subito dopo scopre l’arte marziale dell’aikido – all’epoca agli albori in Italia – che determinerà il corso della sua vita. In questa fase ha studiato con Motokage Kawamukai Sensei che gli ha conferito il suo primo dan nel 1977. Successivamente ha ricevuto il suo secondo dan da Hirokazu Kobayashi Sensei nel 1979 e ha iniziato a viaggiare in Francia per studiare aikido in varie scuole. Lì ha incontrato André Nocquet, uno studente del fondatore dell’Aikido Morihei Ueshiba e presidente dell’Unione Europea dell’Aikido. Nocquet ha conferito a Corallini il suo terzo dan nel 1981 e 4° dan nel 1983. Corallini fu anche eletto Presidente e Direttore Tecnico dell’Unione Italiana Aikido che era la filiale italiana dell’Unione Europea Aikido. In quel periodo Corallini pubblicò il suo primo libro sull’Aikido e frequentò numerosi seminari tenuti da importanti istruttori giapponesi tra cui Nobuyoshi Tamura, Koichi Tohei, Yoshimitsu Yamada, Mitsugi Saotome e Katsuo Chiba.
Nel 1984, stimolato dal desiderio di incontrare Morihiro Saito Sensei e vedere il dojo dove il Fondatore aveva creato l’Aikido, Corallini si recò a Iwama situata nelle campagne della Prefettura di Ibaraki a circa 90 km a nord-est di Tokyo. Fu qui che avvenne il suo incontro con Morihiro Saito Sensei e Corallini capì che l’arte praticata a Iwama era l’Aikido tradizionale del Fondatore. Corallini decise quindi che da quel momento in poi Morihiro Saito sarebbe stato il suo unico insegnante e divenne uno dei suoi studenti più devoti.
Nel febbraio 1985, Saito Sensei accettò l’invito di Paolo Corallini e condusse un seminario di Iwama Takemusu Aikido in Italia visitando per la prima volta l’Europa centrale. A partire da questa data, Corallini ha invitato Saito Sensei in Italia in otto occasioni. Ha accumulato almeno otto anni di studio a Iwama attraverso 24 visite trascorse come uchideshi (studente residente)…
Nel 1988, Corallini ricevette il suo 5° dan da Saito Sensei e durante questo periodo ricevette i cinque Buki Waza Mokuroku (rotoli delle armi dell’Aikido). Nel marzo 1993 Saito conferì a Corallini il sesto dan e lo nominò suo rappresentante per l’Europa centro-meridionale…
Estratto dalla voce di Wikipedia italiana per Paolo Corallini aggiornata al 2015, data dell’articolo originale di Stalley Pranin. La biografia aggiornata di Paolo N. Corallini è disponibile alla URL https://www.taai.it/paolo-corallini/ N.d.R.
La voce di Wikipedia per Paolo continua con un lungo elenco dei suoi successi e contributi alla promozione dell’Iwama Aikido in Europa con l’assistenza del figlio Francesco Corallini e degli istruttori senior della sua organizzazione Takemusu Aikido Association Italy.
Per fornire ulteriori informazioni di base su Paolo e sull’importanza della sua associazione con Morihiro Saito Sensei, offro anche estratti da un articolo che ho scritto poco dopo la morte di Saito Sensei nel 2002.
Alla fine del 1984, un aikidoka italiano di nome Paolo Corallini arrivò all’Iwama Dojo per allenarsi. Rimase affascinato dall’aikido di Saito Sensei ma non sapeva parlare né giapponese né inglese. Anche se a quel tempo vivevo a Tokyo, a volte visitavo l’Iwama Dojo per esercitarmi e in un’occasione incontrai Paolo. Mi ha chiesto di fare da traduttore per lui e questo ha portato Sensei ad essere invitato a dirigere un seminario in Italia nel febbraio 1985, seminario a cui sono stato invitato come interprete.
Questa nuova connessione con l’Europa si è rivelata di grande importanza per il futuro sviluppo dell’Iwama Aikido. Paolo Corallini divenne totalmente devoto a Saito Sensei e questa visita sarebbe stata l’inizio delle visite annuali e talvolta semestrali in Europa.
In questo primo viaggio Sensei condusse seminari a Torino e Osimo, quest’ultima situata lungo la costa adriatica. Gli italiani e gli aikidoka di altri paesi presenti hanno reagito esattamente come tutti gli altri che sono entrati in contatto con le istruzioni del Maestro. Come ho detto sopra, Sensei era un maestro magistrale. Non solo le sue tecniche erano superbe, ma variava notevolmente l’umore mentre insegnava. A volte spiegava in modo analitico. In altri momenti, rimproverava uno studente per un errore e lanciava uno dei suoi famosi ammonimenti “dame”, e poi nel momento successivo faceva un commento esilarante che interrompeva l’atmosfera seria. Sensei era molto coscienzioso nell’insegnare questi seminari e riusciva sempre a farsi amare da coloro che partecipavano…
I seminari tenuti da Saito Sensei sono stati anche videoregistrati professionalmente da uno degli amici di Paolo. Catturano la magia delle sue capacità di insegnamento e della sua tecnica in questa fase della sua vita…
L’entusiasmo di Paolo era contagioso e riuscì a convincere Sensei a visitare di nuovo l’Italia nel maggio dello stesso anno, cosa che Saito Sensei non avrebbe fatto normalmente. C’era un’altra ragione per cui Sensei accettò un invito a ritornare così presto dopo la nostra prima visita. Paolo è un dentista di professione ed i denti di Sensei erano in pessime condizioni. Paolo si è offerto di riparare completamente i suoi denti prima del seminario.
Questo viaggio si è rivelato una vera avventura perché il lavoro dentale da eseguire avrebbe normalmente richiesto diverse settimane per essere completato. Paolo in qualche modo ha ridotto l’intero trattamento a quattro giorni! Era comprensibilmente molto nervoso durante questo periodo poiché aveva una paura mortale che qualcosa potesse andare storto. Fortunatamente, per tutti gli interessati, il trattamento si è concluso perfettamente e Sensei è apparso con un grande sorriso e nuovi denti!
Anche se sono rimasto in silenzio per tutti questi anni, devo confessare di aver escogitato un sinistro complotto durante questo viaggio. Come sanno coloro che hanno trascorso del tempo con lui, Sensei amava bere come la maggior parte dei giapponesi. I visitatori stranieri a volte sono scioccati da questo fenomeno quando visitano per la prima volta il Giappone, ma è un dato di fatto che il bere sociale è comune a tutti i livelli della società ed è considerato una valvola di sicurezza per lo stress della vita quotidiana. In ogni caso, preoccupato per la salute del Sensei e forse per un po’ di pudicizia da parte mia, cercavo sempre di convincerlo a ridurre il suo consumo di alcol. Paolo è stato la chiave per far funzionare il mio piano!
Il destino di Paolo Corallini è stato quello di dedicarsi al meglio delle sue possibilità a divulgare l’aikido di Saito Sensei esattamente come aveva fatto il nostro maestro prima di lui per conservare fedelmente l’arte del Fondatore.
Cospirai con Paolo e Tomita-san affinché Paolo tenesse un discorso a Saito Sensei in qualità di medico sui motivi per cui non sarebbe stato una buona idea per lui continuare a bere regolarmente se desiderava mantenere i suoi denti in buone condizioni. All’ora stabilita, dopo che il trattamento era finito, Paolo era nel suo studio con indosso il suo camice bianco da dentista e teneva il suo discorso con Saito Sensei seduto ignaro sulla sedia del paziente. Tutti sapevano cosa stava succedendo tranne Sensei. Tomita-san quasi non riusciva a trattenersi e temevo che scoppiasse a ridere e rovinasse tutto! Anche io facevo fatica a mantenere la faccia seria come interprete.
Il risultato fu che Saito Sensei apparentemente prese molto sul serio il discorso e smise di bere quando eravamo tutti insieme per diversi giorni. Mi riferiva ogni giorno di come non avesse bevuto una sola goccia di alcool! Alla fine, poco dopo essere saliti sull’aereo per lasciare l’Italia, non riuscì più a trattenersi e si versò un long drink. Seduto al suo fianco e normalmente molto loquace, rimasi in silenzio facendo finta di non accorgermene. Saito Sensei sembrava molto imbarazzato e mi ha detto: “Sei arrabbiato con me, vero?” Non ricordo cosa borbottai in risposta. Ma quella è stata l’ultima volta che ho provato qualcosa del genere ed è stata una buona lezione per imparare a farmi gli affari miei!
Per quanto mi ricordo, abbiamo visitato l’Italia cinque volte tutti insieme, a volte andando in altri paesi durante lo stesso viaggio. Il legame con Paolo Corallini avrebbe poi dato vita alla formazione di diverse organizzazioni europee di aikido incentrate sull’Iwama Aikido. L’organizzazione di Paolo Corallini chiamata Takemusu Aikido Association Italy è la più grande tra loro e rimane sotto l’ombrello internazionale dell’Aikikai.
Tra le altre cose, queste visite e la collaborazione di Paolo ci hanno permesso di intraprendere alcuni importanti lavori storici che non avrebbero potuto essere tentati in circostanze normali. Prima di tutto, nel 1987 riuscii a convincere Sensei a fare un progetto molto insolito. Ciò lo ha coinvolto leggendo ad alta voce nella telecamera il testo del manuale di addestramento “Budo” del 1938 e poi dimostrando le tecniche del libro davanti alla videocamera. Questo è lo stesso libro che ho citato sopra che avevo scoperto a Iwama qualche anno prima. Ho pensato che Sensei sarebbe stata la persona perfetta per realizzare questo progetto a causa della sua familiarità con le prime tecniche di O-Sensei. Inoltre, poiché il contenuto di “Budo” era molto convincente come conferma dell’approccio di Saito Sensei all’aikido, pensavo che avrebbe apprezzato l’opportunità, dato che avevamo a disposizione il cameraman e la location. Come si è scoperto, Sensei era stanco per il lungo viaggio e ho dovuto convincerlo ad accettare la videoregistrazione. A quel punto, deve aver capito istintivamente che se fossi stato coinvolto sarebbe stato un progetto difficile!
Uno dei maggiori problemi da superare era la denominazione delle tecniche trattate nel volume “Budo”. Nel manuale originale le tecniche sono semplicemente numerate e ci sono solo nomi di sezioni di una sola parola. C’è voluto un po’ di capacità di persuasione da parte mia, ma Sensei è riuscito a dare i nomi per tutte e 50 le tecniche. Il video è un eccellente documento tecnico e registra Saito Sensei nel suo periodo migliore.
L’anno successivo, nel 1988, abbiamo realizzato un’altra videocassetta, anch’essa di grande importanza. Abbiamo registrato la maggior parte del curriculum tecnico dello aiki ken, dei jo suburi e dei kata di jo di Saito Sensei allo stato attuale in quel momento. Le riprese del video si sono svolte nel dojo privato di Paolo Corallini a Osimo e Ken’ichi Shibata ha collaborato con Sensei in questa occasione. Guardando indietro, apprezzo davvero quanto siamo fortunati ad avere questi documenti conservati per le generazioni future!
Tratto da “Remembering Morihiro Saito” di Stanley Pranin.
Dovrebbe essere ovvio che gli sforzi di Paolo Corallini per diffondere l’aikido di Saito Sensei in Europa si sono rivelati uno dei fattori principali nello stabilire una solida base dell’Iwama Aikido in Europa. La prima collaborazione di Paolo Corallini con Aikido Journal e il supporto di una serie di progetti video con Saito Sensei hanno reso possibile la conservazione di filmati storici vitali di questo grande maestro di aikido che ha tanto influenzato le nostre vite.
Post scriptum
A settembre 2015 ho visitato il dojo di casa di Paolo Corallini per la prima volta in 26 anni! È splendidamente arredato e contiene molti preziosi documenti e oggetti che Saito Sensei aveva donato a Paolo. È stata un’esperienza esaltante venata di nostalgia essere all’interno di questo luogo storico. Questo dojo è veramente un santuario dedicato a Morihiro Saito Sensei ed una testimonianza della devozione di Paolo per lui. Come è nostra abitudine, Paolo ed io abbiamo avuto in questa occasione conversazioni interminabili sull’aikido di Saito Sensei e sul suo ruolo nel plasmare le nostre vite.
Proprio l’altro giorno stavo pensando a una cosa che non mi era mai venuta in mente prima. In conclusione, permettetemi di condividere questo con voi.
Chiunque abbia conosciuto Morihiro Saito ricorderà il suo ribadire il fatto che non fosse libero di sviluppare il suo aikido personale perché riteneva che la sua missione nella vita era preservare al meglio delle sue capacità l’aikido del Fondatore Morihei Ueshiba. Mentre guardavo Paolo Corallini tenere le sue lezioni durante il nostro recente seminario congiunto, mi ha colpito il fatto che Paolo stesse facendo esattamente la stessa cosa. La sua padronanza dell’Iwama Aikido, l’attenzione ai dettagli e la tecnica autentica richiamavano in maniera evidente l’arte di Saito Sensei. Il destino di Paolo è stato quello di dedicarsi al meglio delle sue possibilità a diffondere l’aikido di Saito Sensei esattamente come aveva fatto prima di lui il nostro maestro per conservare fedelmente l’arte del Fondatore.